Lettera aperta a Leonardo De Chirico

Caro Leonardo, mi rivolgo a te, questa volta, come esponente dell’Alleanza Evangelica Italiana. Nell’assemblea odierna (31.10.2020) il buon Ciccone è stato ottimo conduttore ma è ben evidente che la regia teologica è arte tua, ed è naturale che così sia, posto che rivesti il tuo ruolo di ‘vice’ (si fa per dire) da 20 anni (una cifra che è più lunga di quel papato cattolico romano che tu tanto non ami).

Mi perdonerai se non sono stato presente in assemblea. La mia è stata un’assenza motivata e preannunciata: lascio che l’AEI proceda per la sua strada senza la mia presenza che è lì apparsa volte troppo ingombrante altre volte del tutto diafana.

Veniamo al sodo, cioè ai due emendamenti respinti. Rispetto il voto dell’assemblea ma il tuo intervento richiede alcune precisazioni.

La frase “Dio manifestato (φανερόω / φανέρωσις)” è innegabilmente ricorrente in testi gnostici; se non li conosci eccoli:

  1. Valentino presso Clem. Alex., Stromat. 2,114: Cristo manifestazione di Dio
  2. Valentiniani presso gli Excerpta ex Theod. 59,4: Cristo, con gli altri eoni, sono stati manifestati; Dio si è manifestato nel suo (di Cristo) corpo;
  3. Lettera di Tolomeo a Flora: Cristo ha manifestato il Padre, presso Epiph., Panar. 33,7
  4. Gnostici marcosiani: Cristo manifestò il Padre, cfr. Elench. 6,51.

Invece la frase “Dio fattosi uomo” oppure “Dio incarnato” è squisitamente, inequivocabilmente ortodossa. I credi ortodossi, fino alla Riforma e oltre, per indicare la presenza di Dio (Padre) in Cristo hanno sempre rigorosamente preferito il verbo tecnico σαρκόω (da cui il sostantivo σάρκωσις, cioè ‘incarnazione’). La dottrina che è a fondamento della fede cristiana è, infatti, l’incarnazione di Dio in Cristo, vero Dio e vero uomo.

Il vocabolo “manifestato” traduce il verbo φανερόω (da cui il sostantivo φανέρωσις, cioè “manifestazione”); questo linguaggio, anche se attestato nella letteratura cristiana ortodossa, è tipico della cristologia gnostica la quale subisce influenze del docetismo, una dottrina secondo la quale Dio non si incarna in Cristo ma si manifesta in lui.

Prova ne è il fatto che gnostici e pagani ammettevano la manifestazione di Dio in carne, ma non che Dio si facesse uomo, cioè si incarnasse. Queste cose dovresti saperle.

Nel tuo intervento mirante a respingere la mia proposta hai addotto come motivo che l’espressione “Dio manifestatosi nella carne” è una citazione di 1 Timoteo 3,16 così come riportato in tutte le traduzioni bibliche. Hai affermato il falso, e spero che tu l’abbia fatto in buona fede, per difetto di memoria. Dovresti ben sapere che le cose non stanno come hai proclamato ma che invece il versetto non è tradotto unanimemente, bensì così:

Diodati: Iddio è stato manifestato in carne, è stato giustificato in Ispirito, è apparito agli angeli, è stato predicato a’ Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Nuova Diodati: Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Le più recenti, che si basano su una pletora di più attendibili manoscritti, codici e papiri ora fruibili:

Luzzi / Riveduta: Colui [cioè Cristo] che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra i Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Nuova Riveduta: Colui [cioè Cristo] che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato fra le nazioni, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Il buon Ciccone ha ammesso di non conoscere il greco quindi non interviene in merito; spero che tu sappia leggere il Nuovo Testamento; prenditi la briga di farlo e scoprirai che la versione Diodati (citata dal tuo statuto) si basa su manoscritti poco attendibili, poiché il soggetto della frase non è Dio che si manifesta; invece la Luzzi e la Riveduta (tradotte da manoscritti più attendibili e numerosi) non appoggiano il testo che tu hai difeso in assemblea. Per piacere ritorna onestamente dai tuoi soci e comunica loro che ti sei sbagliato poiché solo la Diodati appoggia l’attuale formula dello statuto. Dì loro anche che la Luzzi e la Riveduta non possono essere invocate per giustificare questa formula attuale.

In ogni caso l’AEI pur avendo una professione di fede ortodossa presenta ora una macchia: una formula gnostico doceta, come un’ombra su un bell’abito bianco. In termini tecnici diremo che è un testo ortodosso con aperture sincretistiche.

Veniamo all’altro emendamento sulla Bibbia. Tu sai bene che in campo evangelico vi sono due scuole di pensiero in merito all’ispirazione: quella attestata dalla confessione di fede anglicana e che deriva al metodismo e ai movimenti di Santità: la Bibbia è autorevole e sufficiente; ci consegna la rivelazione di Dio per lo scopo per cui è stata data: salvezza e santificazione; su altri temi (scienza, biologia, botanica, matematica, etc.) non vige la necessità dell’inerranza. Poi c’è l’altra scuola di pensiero, quella ben attestata dal tuo F. Turrrettini la quale estende l’inerranza anche a materie, diremo, extra religiose. Sono ambedue posizioni pienamente legittime. Se l’AEI avesse ambìto ad essere la casa comune degli evangelici italiani la mia proposta sarebbe stata preferibile poiché dava spazio agli uni e agli altri.

Veniamo all’altro importantissimo tema. Tre anni or sono l’assemblea votò per la realizzazione delle Commissioni su varie tematiche che mai avete voluto creare, limitandovi a incaricare alcune pochissime persone e sempre le stesse. Le commissioni vanno votate dall’assemblea non nominate dai vertici. Non potete continuare a privare l’organo sovrano, l’Assemblea, di un suo diritto. Ti prego: fai rientrare l’associazione nella legalità attuando le norme statutarie, specialmente se i vertici hanno avuto un formale mandato in tal senso da parte dell’assemblea.

E non mi si parli degli “organismi federali” dell’AEI: per quanto ho sperimentato sono la negazione della democrazia e del buon senso; il comitato federale per l’Italia Centrale, con l’importante sede di Roma, del quale io ho fatto parte, non si è mai, dico mai riunito tranne che esclusivamente per conoscersi la prima volta. Poi non siamo mai stati convocati. Che te ne pare?

Viene il sospetto che si tratti piuttosto di una sorta di collegio di cardinali. Vedi, dunque, che non siete così lontani dal tanto deprecato cupolone?

Leonardo, non aver paura della tua base, specialmente se si tinge dei colori diversi dell’evangelismo italiano. La diversità è ricchezza. Fai del tutto affinché si parli di ‘alleanza’ evangelica, non di ‘sudditanza’ evangelica.

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6 risposte a Lettera aperta a Leonardo De Chirico

  1. Leonardo De Chirico scrive:

    Caro Giancarlo,
    nello spirito di Ecclesiaste 5,2-3, rispondo in modo sintetico e per punti schematici.

    1. Sulla dichiarazione di fede dell’AEI, mi ritrovo in quanto già sostenuto dal Consiglio Federale dell’AEI nell’articolo “La dichiarazione di fede dell’AEI è ortodossa, non doceta” (Ideaitalia 2020, n. 39 del 15/10/2020) e che ho sostenuto anche nel corso dell’Assemblea federale del 31/10/2020 (il cui video su youtube tutti possono vedere da 1.26.30 a 1.35.40 per farsi un’idea).

    2. Sulle commissioni in seno all’AEI, sai bene che il precedente statuto conteneva la possibilità sia per l’assemblea di eleggere, sia per il CEF di nominare commissioni incaricate di particolari compiti. Negli ultimi anni, in attesa della riformulazione dello statuto, l’assemblea ha ritenuto di eleggere solo una commissione per la revisione dello statuto (in cui sei stato eletto anche tu). Nell’assemblea di sabato 30 ottobre, lo statuto è stato approvato e sono certo che, nel corso del tempo, le future assemblee federali eleggeranno le commissioni secondo le necessità e le possibilità date.

    3. Sul funzionamento del distretto Centro dell’AEI, al netto del fatto che tutto può essere fatto meglio, ti faccio notare che, solo per limitarmi all’ultimo anno, il distretto Centro dell’AEI ha organizzato queste attività a Roma:

    12/11/2019, Giornata Internazionale di preghiera per la chiesa perseguitata (IDOP)
    Chiesa del Grano, Via del Grano 41, 00172 Roma, ore 19.00 (Ideaitalia 2019 n. 29 dell’11/11/2019).

    14/12/2019, sit-in di preghiera presso l’Ambasciata di Algeria a Roma
    “Al sit-in hanno partecipato una trentina di credenti evangelici di varie chiese romane …” (Ideaitalia 2019 n. 32 del 14/12/2019).

    16/01/2020, Settimana Internazionale di Preghiera dell’Alleanza Evangelica
    Roma, c/o Villaggio delle Arti, Via Valentiniano 3 (MM Basilica di San Paolo), ore 20.00
    “A Roma, il 16 gennaio si è tenuto in incontro di preghiera in cui, provenienti da 7 chiese evangeliche della città, numerosi credenti hanno partecipato alla serata di preghiera indetta dall’Alleanza” (Ideaitalia, 2020 n. 02 del 21/01/2020).

    In tutti questi eventi pre-pandemia, ampiamente pubblicizzati tra i soci AEI e non solo, non mi pare di averti visto. Sei libero di non partecipare, ma la tua critica è pretestuosa. E’ nel vivo delle attività istituzionali e delle iniziative sul campo che i consiglieri (e con loro gli associati e i simpatizzanti) si sono incontrati e hanno via via programmato quanto poi è stato realizzato.

    4. Sui (quasi) 20 anni della mia vice-presidenza, ringrazio il Signore per questa opportunità di servizio. Grazie all’apporto di tante sorelle e tanti fratelli, abbiamo per la prima volta nella (breve) storia dell’AEI assistito ad un tempo significativo di continuità e di incremento nella vita dell’AEI con le presidenze di Roberto Mazzeschi (2002-2013) e di Giacomo Ciccone (2013- ). Raramente un organismo evangelico italiano ha conosciuto una stagione proficua come l’AEI negli ultimi due decenni, sempre al netto di limiti ed errori. Se ti dà fastidio ciò, io ne sono invece grato. Come ogni altro incarico pro-tempore, anche la vice-presidenza terminerà quando l’assemblea deciderà secondo quanto stabilito dallo statuto.

    Non intendo proseguire in questo scambio e ti ringrazio per l’attenzione.
    Leonardo De Chirico

    • Caro Leonardo,
      ti rispondo nello spirito di Mt 5,37 (“il vostro parlare sia sì, sì oppure no, no”).
      1. Non ho mai sostenuto che la dichiarazione di fede dell’AEI sia eretica; anzi, proprio perché è ortodossa proponevo di eliminare una espressione ambigua e chiaramente di senso doceta (vedi i testi a te già comunicati); libero tu di pilotare la tua base associativa verso aperture sincretistiche. Bene avrebbe invece fatto il Consiglio Federale del’AEI a convocarmi per un dialogo nel quale avremmo potuto serenamente chiarire le nostre posizioni. Così non avete voluto fare; mi sono soltanto limitato a un incontro al bar con il buon Ciccone rivelatosi infruttuoso poiché il predetto, sia pur presidente, non era in grado di leggere il Nuovo Testamento in greco né ha manifestato intenzione di “farsi aiutare”.
      2. Commissioni: non giocare con le parole: dovresti conoscere che lo Statuto dell’AEI prevede la creazione delle Commissioni non come una ‘possibilità’ [come tu erroneamente affermi] bensì come “specifica competenza” (art. 9.3e) e conferisce all’Assemblea il còmpito di delibera ordinaria in merito (art. 9.3a). Sai anche bene che lo Statuto prevede le Commissioni così create tanto nella sua versione antica quanto in quella or ora approvata. Dovresti anche ricordare che l’Assemblea dei soci in una sua riunione di tre anni or sono deliberò espressamente di mettere all’ordine del giorno la formazione di tali commissioni e i vertici dell’AEI sono stati inerti e inadempienti verso questo importante mandato. In realtà a te non interessa proprio attivare le commissioni: è molto più comodo nominare pochissimi e sempre gli stessi fedelissimi alla linea di governo dell’associazione; così ogni pronunciamento piove dall’alto.
      3. Funzionamento del Distretto Italia Centrale: proprio perché sono state organizzate tante attività sarebbe stato necessario coinvolgere il consiglio distrettuale e non organizzare tutto in sagrestia facendo piovere dall’alto; ti prego non fare una polemica ad personam: il fatto che io ci sia stato o no è secondario e non deve autorizzarvi ad abolire il lavoro dei consigli distrettuali. Dovrebbe essere per te importante la totale mancanza di democrazia interna e il dispregio per chi si è reso disponibile a lavorare e mai è stato convocato. Ti sembra normale?
      4. Non contesto il tuo lungo mandato di vicepresidenza; ti auguro altri venti anni (così ci avviciniamo a Pio IX); soltanto ti raccomando di attenerti allo Statuto e di adempiere i mandati dell’Assemblea.
      Sei troppo intelligente per non renderti conto che l’AEI, pur realizzando opportune nobili e benemerite iniziative, sia ora palesemente influenzata dalla linea IFED – CERBI che tu rappresenti egregiamente. Linea rispettabile, ma non unica nell’evangelismo italiano!
      Una raccomandazione: sia l’AEI una vera alleanza, tra credenti di diverso orientamento e tra l’assemblea e il vertice.
      Se necessario (non a me e a te, bensì all’evangelismo italiano che serviamo) sono pronto a proseguire questo scambio e ti ringrazio per l’attenzione.
      Giancarlo Rinaldi

      • Grazie, caro Ingenito; ricordo benissimo la serietà del tuo impegno universitario e i buoni esiti dello stesso; concordo pienamente con quanto da te espresso: certamente v’è una discrasia tra la natura democratica dello Statuto dell’AEI e il metodo di gestione. In questi casi, visto che si parla sempre a nome e per conto di Dio, per amor di coerenza – almeno – o si cambia lo Statuto o si cambia il nome dell’associazione. Qualcuno potrebbe proporre “Sudditanza Evangelica Italiana”.

  2. Riccardo Ingenito scrive:

    Gentile Prof. Rinaldi,
    comprendo la sua amarezza per il malfunzionamento dell’AEI. Anch’io ero un’iscritto a tale associazione ma mi rifiutai di continuare ad aderirvi proprio per le ragioni che lei ha ben formulato. Io ho avuto modo di conoscere abbastanza bene Leonardo. Ho studiato all’IFED di Padova e ho frequentato quell’istituto teologico per cinque anni e conosco bene il loro tipo di fede e di visione. Oggi sono lontano, molto lontano, da quel mondo che ricordo con profondo affetto ma dal quale mi sono allontanato. I miei successivi studi in filosofia a Napoli (lei e` stato il relatore della mia tesi di laurea) e in teologia (FTV) a Roma hanno aumentato le distanze dalla cultura evangelicale. Eppure le scrivo per l’affetto che nutro ancora oggi nei confronti di Leonardo e per la stima che nutro nei suoi confronti. Io non credo che una associazione come l’AEI, che raccoglie una tale varietä di correnti evangelicali possa esprimere una direzione univoca nel tempo e nello spazio. Quando forze cosi variegate (dai pentecostali liberi alle assemble dei fratelli fino alle chiese evangelicali battiste riformate) compongono la base di una associazione e` impossibile trovare una strada comune se non viene scelta dall’alto. In caso contrario il destino dell’associazione sarebbe una inevitabile frammentazione con conseguenti scissioni a catena. L’errore e` proprio nelle numerose identitä del movimento evangelicale non solo in Italia ma nel mondo intero. Il mondo evangelicale puö trovare unitä soltanto se i loro leader (brutta parola ma rende l’idea), e non le loro comunitä di provenienza, trovano un accordo. Purtroppo l’unica formula che nel tempo e nello spazio ha assicurato una unitä ad un movimento cristiano e` “il collegio cardinalizio” (per riferirmi ad una sua espressione). Questa e` la realtä e lo confesso a malincuore. Io stesso ho militato in una chiesa cristiana fondamentalista per 20 anni e le scissioni e le divisioni sono all’ordine del giorno. Lo Statuto dell’AEI e` uno statuto democratico fondato sulle scelte libere e sovrane dell’assemblea ma in pratica non funziona cosi. Tra l’altro non conosco nessuna associazione che funzioni senza un collegio cardinalizio che la guidi. Per quanto concerne il termine gnostico presente nello statuto dell’AEI, lei ha perfettamente ragione ma crede che interessi a qualcuno degli iscritti? Lei stesso ha compreso con quali criteri viene scelto il presidente dell’AEI. Qui si trova il limite dell’AEI che non e` in grado di cogliere il contributo che uno storico ed uno studioso di fama notevole e meritata come lei puö portare all’AEI. Leonardo non e` in grado di separare la voce del dissenso costruttivo dalla critica inopportuna. Io non posso provarle la mia stima e il mio apprezzamento per i suoi post e per i suoi video che seguo con fedeltä. Posso dirle che il suo libro “Cristianesimi nell’antichitä” (con una sua dedica) e` uno dei pochi testi che ho portato a Vienna, cittä nella quale vivo e lavoro da oltre 15 anni. Non vorrei, gentile professore, che questo mio commento lasci dell’amarezza nel suo cuore cosi come spero che non sia motivo di dispiacere per Leonardo. A entrambi un abbraccio fraterno e la certezza che un giorno lassü ci rincontreremo tutti. Riccardo Ingenito.

  3. Roberto Insegna scrive:

    Polemiche sterili. La politica di qualunque organismo la detta chi ha la maggioranza in assemblea dei soci. Questo e’ vero in qualsisasi organizzazione (politica, civica, noprofit, religiosa, ecc). Se una linea non piace (legittimo) si formi una corrente, si crei una maggioranza e si sostituisca la classe dirigente esistente. A distanza di un anno e + si puo’ dire tanto rumore per nulla

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