Patrizia Nicandro e la sua tesi di dottorato in storia pentecostale

Patrizia Nicandro, Origini delle storie del movimento pentecostale italiano. le Assemblee di Dio in Italia.

Non mi stancherò mai di raccomandare ad amici e ad allievi che s’interessano di Storia del cristianesimo di prestare alle vicende del pentecostalesimo (specialmente italiano) la dovuta attenzione. Ciò in considerazione del fatto sia che tal genere di storiografia può dirsi esordiente, sia che essa gioverebbe molto all’ampio corpus di credenti che afferiscono alla “galassia pentecostale”.

Ho tra le mani la tesi di dottorato di Patrizia Nicandro, svolta presso l’Università degli Studi di Bergamo, Facoltà di Lettere. La ricerca è stata svolta nell’àmbito di un Dottorato dal titolo pressoché ermetico “Antropologia ed epistemologia della complessità”. Relatore Gianluca Bocchi, che storico del cristianesimo non è bensì filosofo della scienza ed esperto di biologia. Correlatrice la prof. Cristina Grasseni con un buon curriculum di studiosa di antropologia e di epistemologia. Si ha la sensazione che la Nicandro, sia pur affiancata da colleghi bene esperti nelle rispettive loro discipline, se la sia vista un po’ da sola quanto a strumentazione e metodologia specifica della ricerca storica. La colpa, diciamolo sùbito, non è né della dottoranda né dei colleghi che l’hanno seguita, bensì di un antico vizio italico di evitare sinergie, collegamenti, consultazioni, specialmente con chi in questo campo specifico lavora e, per giunta, da decenni.

Il titolo della tesi è Origini delle storie del movimento pentecostale italiano. Le Assemblee di Dio in Italia. Si è voluto indagare sulle origini delle relazioni memorialistiche dei primi pionieri pentecostali? Insomma il titolo non è eccessivamente esplicito. Il lavoro consta di complessive 300 pagine, fitte quanto a scrittura e con alcune illustrazioni. Del tutto pleonastico il primo capitolo, di 44 pagine, che ruota intorno ai viaggi di Paolo e non va oltre il primo secolo. Più pertinente il secondo che riguarda le radici teologiche del pentecostalesimo, ma è di sole 15 pagine laddove sarebbe stato opportuno approfondire i collegamenti dottrinali tra il fenomeno studiato e gli antecedenti nel Movimento di santità e, prima ancòra, nella predicazione e nella dottrina di John Wesley. I capitoli seguenti trattano della nascita del pentecostalesimo negli USA e poi, in particolare, tra gli italiani emigrati in quella nazione. Si passa poi al ritorno in Italia di molti di quei pionieri e dell’inizio dell’evangelizzazione nel nostro Paese. Una buona attenzione è prestata alle figure di Nardi, Francescon, Ottolini, Beretta, Lombardi, etc. L’autrice riporta una dovizia d’informazioni encomiabile ma la narrazione non segue un ductus scorrevole poiché si ritorna sovente su un tema già trattato e non mancano ripetizioni. Il cap. nono è dedicato agli anni del fascismo e della ricostruzione postbellica. Il successivo capitolo tratta specificamente delle Assemblee di Dio in Italia, del sorgere dell’associazione e delle figure di spicco di Gorietti e di Bracco. Piuttosto a sé è l’undicesimo e ultimo capitolo, il quale tratta dell’espansione pentecostale in due zone della Lombardia: San Giuliano e Lodi. Qui il tono di ricerca storica cede il posto alla celebrazione accorata e a tratti entusiastica. La Nicandro ricostruisce la vicenda di un giovane valido pastore protagonista di benemerite iniziative, Gennaro Chiocca; comprendiamo il suo entusiasmo, giustificato dallo spessore del personaggio e, tuttavia, si direbbe che più opportunamente questo racconto debba occupare lo spazio della cronaca piuttosto che già quello della storia.

Ottima la bibliografia anche se è solo elencata ma non la si vede puntualmente utilizzata in un corredo di note a pie’ pagina, come si dovrebbe in una tesi di dottorato. Si comprende, invece, che l’estensore ha un grande, forse troppo grande ed esclusivo, debito storiografico verso la produzione di Francesco Toppi che viene costantemente utilizzata in modo piuttosto monocorde. Sarebbe stato il caso di versare nella ricerca fonti d’archivio ispezionate magari di prima mano o anche ampliare l’orizzonte d’indagine includendo aspetti di storia sociale, politica, culturale dell’Italia negli anni di cui si parla. Questa ampiezza di panorama manca nella produzione del Toppi, che illustra le vicende interne alla chiesa, e, di conseguenza, non la troviamo nella nostra tesi.

La Nicandro ha messo molto amore nella materia che ha sviscerato a tal segno che i toni della testimonianza di fede personale sovente fanno capolino tra i paragrafi di storia. Il suo, comunque, è stato un lavoro paziente e benemerito di cui bisogna far tesoro nelle successive ricerche. L’iniziativa si rende encomiabile ancor più se si considera la scarsa attenzione che la denominazione di cui si parla sembra porre nel preservare, esplorare, approfondire la propria memoria storica, ove si fa eccezione di alcuni singoli benemeriti ricercatori che a titolo personale s’impegnano.

Con le ragioni del cuore, oltre che con quelle dell’indagine storica, la Nicandro raccomanda in casa pentecostale la necessità di una buona formazione, conditio sine qua non per andare incontro a un fruttuoso futuro e non affondare in una sclerosi formalistica.

Mi auguro che la neo dottoressa di ricerca, a cui formulo i migliori auguri, possa continuare a lavorare nel campo dell’indagine storica. Così mi auguro che il movimento pentecostale italiano si attrezzi finalmente dando vita a un Centro di Studio e di Documentazione storica sulla propria memoria, insomma un centro di raccordo che possa mettere in rete tutte le risorse e le professionalità presenti dentro e fuori le denominazioni. Se tale collegamento vi fosse stato senz’altro la fatica della Nicandro, pregevole e utile, sarebbe partita da un punto più avanzato e sarebbe arrivata a traguardi più in là. Apriamo porte e finestre, fratelli, le paure non conducono a niente, molto lontano, invece, ci porterebbe un lavoro fatto in squadra.

Giancarlo Rinaldi

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1 risposta a Patrizia Nicandro e la sua tesi di dottorato in storia pentecostale

  1. NormaNoemiPino scrive:

    Conosco almeno un’altra autrice su argomento ‘Origine della fede apostolica in Italia’ o simile che ho richiesto e non ancora ricevuto .. Ma mi convinco quindi, è anche in accordo con Lei, della necessità di un punto in comune, e anche di un ragionamento, nel rispetto delle diverse denominazioni presenti sul territorio. Non solo per evitare le fatiche in vano, ma anche a fin di evitare inutili controversie e i classici ‘attacchi’ tra i fedeli di diverso credo, che menano la crescita nella conoscenza e il raggiungimento di un traguardo per la Fede in sé.

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