Lettera aperta al presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana

Caro fratello Ciccone,

ti scrivo nella tua qualità dei Presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana. Molti, davvero molti, sono a conoscenza della mia afferenza all’Associazione che tu presiedi, alcuni sanno anche che sono un Consigliere del Distretto Centro Italia. Mi chiedono dell’Assemblea recente e dello Statuto imminente.

Colgo l’occasione per rispondere loro con una vox che vuole anche rivolgersi a te per formularti un ringraziamento per tutto il lavoro svolto e da svolgere. Si ha bisogno anche di una parola di incoraggiamento, specialmente quando si tratta di costruire un sodalizio che parli del vangelo in una società, come la nostra, che ne è sempre più lontana. Ed è questo il còmpito che stai svolgendo.

L’Alleanza Evangelica Italiana (AEI) non solo affronta le sfide della ‘secolarizzazione’ da parte di chi ci circonda, ma vuole anche essere sempre più accogliente ed efficace verso noi tutti che vi facciamo parte. Questo rende ancor più benemerito il tuo impegno.

Va apprezzata la cura con cui hai avviato il problema irrimandabile della riscrittura dello Statuto dell’Associazione. Non è solo la legge che lo esige: si tratta di un testo, come rilevammo tutti, obsoleto, non privo di contraddizioni e di aporie gravi. Va apprezzato anche il modo con cui l’Assemblea del 2018 da te curata ha proceduto a eleggere la Commissione per la Revisione dello Statuto di cui sono felice di far parte. Si è proceduto a norma di Statuto con un’elezione assembleare; con vivo senso della legalità e della democrazia è stata rispettata la competenza dell’organo sovrano dell’AEI non preferendo la scorciatoia scorretta di Commissioni nominate ma non elette assemblearmente. Il caro fratello Mazzeschi ha lavorato sodo per noi tutti, con esemplare dedizione ed esperienza non recente. Ti incoraggio a procedere sempre così dando vita con tale metodo (che è l’unico possibile) a Commissioni che pertanto davvero rappresentano l’AEI. Ora è il momento di formare le altre Commissioni e, ancòra altre volte, l’Assemblea ti affiancherà facendo emergere le risorse di cui l’AEI dispone. Andiamo avanti creando quelle che avranno a cuore la Teologia, l’Etica, le Relazioni con lo Stato e così via!

L’Assemblea dei soci AEI deve ancòra deliberare in merito al testo predisposto da noi commissari per la riscrittura dello Statuto. Ti invito a convocare al più presto una sessione di lavoro a questo fine. Non attendiamo la prossima assemblea annuale, faremmo in tal caso trascorrere ben due anni a far data dal mandato ricevuto. Chi ha tempo non aspetti tempo!

Mi permetto di intervenire su alcuni punti, e lo faccio non solo in spirito di cooperazione ma anche perché ho non pochi decenni d’esperienza sia nel mondo evangelico italiano sia in quello della ricerca di storia del pensiero cristiano. Lo faccio qui ed ora. L’AEI, come la chiesa tutta, non è una “società segreta” e panni sporchi non ne abbiamo: abbiamo solo da condividere lo scopo di evangelizzare e di farlo alla luce del sole davanti a tutti, nella proclamazione così come nella preparazione di strategie e di percorsi nostri.

Bene, molto bene quella esplicitazione statutaria approvata dal nostro Comitato secondo la quale l’AEI è la casa di tutti gli evangelici italiani: noi condividiamo un nucleo essenziale dottrinale pur conservando care le nostre peculiarità, frutto di anni di storia specifica, di pietà, di sforzo di comprendere le Scritture. Bene abbiamo scritto che l’AEI riconosce la pluralità degli indirizzi teologici di chi vi fa parte o vuole farne parte come un valore da tutelare. Penso al rigore dei fratelli riformati, all’entusiasmo dei fratelli pentecostali, al congregazionalismo delle Assemblee dei fratelli, all’amore verso l’eredità di Wesley di metodisti, chiese di santità, Esercito della salvezza, pentecostali, della nostalgia per il Vangelo di molti fratelli valdesi (perché no?), e così via. Una grande famiglia che desidera abitare nella bella casa policroma e non monocolore dell’AEI di cui ti curi. Grazie!

Come sai ci sarà da deliberare se l’art. 3.2 dello Statuto può essere modificato. Sarà l’Assemblea, naturaliter, a decidere; non potremmo farlo né noi commissari, né il Consiglio Federale, né te presidente; mi permetto di esprimere sin da ora il mio , e ciò per più motivi. Eccoli:

  1. È la Scrittura a essere intoccabile, ogni umano tentativo d’intenderla (sia pur nobile e lodevole) è pur sempre parziale e limitato. Non possiamo attribuire il requisito dell’intoccabilità (che è proprio della Parola di Dio) a una dichiarazione di Statuto associativo. Se così facessimo saremmo troppo simili a quei montanisti del secondo secolo che scivolarono nell’eresia quando alle Scritture affiancarono le loro asserzioni riconoscendo loro un comune status. Erano in buona fede, ma sbagliarono. E di molto. Dio ce ne guardi.
  2. La dichiarazione cristologica al punto 3.2c va decisamente cambiata: vi si afferma che Gesù è Dio manifestato nella carne. No, cari fratelli, questa è pura eresia doceta (gnostica); per noi cristiani Gesù è Dio incarnato, non ‘manifestato’. Il credente radicato nelle Scritture proclama che Dio s’incarnò in Gesù, non che si manifestò. Il buon Tertulliano, nel suo De carne Christi, mise ciò in chiaro sin dagli inizi del sec. III, e tanti, tanti altri con lui! Si cambi sùbito, dunque: se così non facessimo rischieremmo di apparire gnostici a chi queste cose le sa leggere.
  3. La Bibbia. Il vecchio Statuto parla genericamente della sua ispirazione e della sua ‘infallibilità’. Certamente è così. Ma s’intenda che la Bibbia è pienamente autorevole e sufficiente per la salvezza del peccatore e la santificazione del credente, pertanto è “divinamente ispirata e infallibile”; si prescinda da inferenze nel campo delle scienze positive, naturali, matematiche, etc. e si restituisca alla Bibbia il suo scopo salvifico tagliando corto a discorsi inutili che vorrebbero infangare la rivelazione con temi estranei al processo di salvezza. Propongo di inserire quanto afferma il Patto di Città del Capo del Movimento di Losanna in merito alla Bibbia: è una dichiarazione inclusiva per tutti gli evangelici, eccola, io la sottoscrivo in pieno:

Riceviamo l’intera Bibbia come parola di Dio, ispirata dallo Spirito di Dio, proferita e scritta tramite autori umani. Ci sottomettiamo a essa ritenendola autorevole in modo supremo e unico, tale da governare le nostre convinzioni e il nostro agire. Attestiamo la potenza che la parola di Dio ha di compiere il suo disegno di salvezza. Affermiamo che la Bibbia è la parola scritta definitiva di Dio, non oltrepassata da alcuna ulteriore rivelazione ma ci rallegriamo anche del fatto che lo Spirito Santo illumina le menti del popolo di Dio affinché la Bibbia continui a esprimere la verità di Dio in modi nuovi alle persone appartenenti a ogni cultura.

In conclusione, caro Presidente, ricevi un plauso anche per come individui credenti giovanissimi/e a curare sessioni di lavoro volta per volta organizzate. Come dice la Bibbia “nessuno disprezzi la loro gioventù”, ma sappiano, comunque, che anche noi con i capelli più bianchi che neri desideriamo affiancarli, questi benemeriti esordienti e non già soltanto rimanere in poltrona a godere del frutto del loro lavoro ed entusiasmo. È compito dell’esperienza affiancare la gioventù!

Grazie, caro Giacomo, ti affido queste mie personali riflessioni così come le affido ai fratelli tutti, certo di muovermi in una famiglia, in una casa di cristallo. Prendi quanto di buono potrai ricavarne e vai avanti, con l’entusiasmo e la determinazione di sempre,

tuo in Cristo,

Giancarlo Rinaldi

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